L’intelligenza artificiale non è solo creatività e produttività. È anche controllo, tracciamento, sorveglianza. In molte città del mondo, gli algoritmi monitorano persone, spostamenti, volti e comportamenti.
Ma quanto è a rischio la nostra privacy? E cosa possiamo fare?
Il potere della visione artificiale
Uno degli usi più controversi dell’AI è il riconoscimento facciale. Questa tecnologia permette a videocamere e dispositivi connessi di identificare persone in tempo reale.
In Cina è già una realtà diffusa, mentre in Europa e USA è oggetto di dibattiti accesi.
https://www.amnesty.org/en/latest/news/2021/01/ban-dangerous-use-of-facial-recognition-technology/
Quando l’AI decide chi sei
Oltre ai volti, l’AI analizza comportamenti, linguaggio, abitudini online.
Le aziende tech e gli stati possono usarla per profilare utenti e cittadini, creando “schede digitali” invisibili ma influenti.
Esempio: se un algoritmo decide che sei “a rischio” (per credito, politica o salute), potresti trovarti penalizzato — senza sapere perché.
Dove finisce la sicurezza e inizia il controllo?
Il punto critico è capire il confine tra sicurezza legittima (contro il crimine) e sorveglianza massiva.
L’uso indiscriminato dell’AI può portare a una società in cui ogni movimento è tracciato.
Alcuni attivisti parlano già di “AI autoritaria”. Altri spingono per regolamentazioni etiche forti e trasparenti.
Cosa possiamo fare?
- Usare tecnologie decentralizzate e open-source
- Evitare piattaforme che abusano dei nostri dati
- Appoggiare leggi che tutelano la privacy digitale
- Informarci: la consapevolezza è la prima difesa
Inizia da qui: https://privacyguides.org
L’intelligenza artificiale è uno strumento potente. Ma come ogni strumento, dipende da chi lo usa… e per quale scopo.
Difendere la privacy nell’era dell’AI è possibile, ma richiede attenzione, conoscenza e scelte consapevoli.
Il sapere è la prima forma di potere.